Affrancature d' emergenza e tassate
Gli eventi bellici causarono un rilevante problema nella distribuzione dei valori postali sul territorio della RSI, oltre che, ovviamente, nella distribuzione della corrispondenza stessa. La mancanza di francobolli nelle privative e negli uffici postali portarono i mittenti ad affrancare la corrispondenza con valori bollati non sempre adeguati alle funzioni per le quali erano stati emessi. Non sono rare, così, affrancature con marche segnatasse, marche da bollo, pacchi postali, marche per l' IGE o quant'altro. Questo tipo di affrancature furono generalmente tollerate ( a discrezione del funzionario dell' Ufficio postale ), quando si trattava di valori postali i cui proventi della vendita andavano nelle casse del Ministero delle Comunicazioni, venivano per lo più tassate se si trattava di marche da bollo, marche IGE o di valori i cui proventi di vendita finivano nelle casse del Ministero del Tesoro o di altri Enti governativi.
Tra le affrancature d'emergenza più suggestive, vi sono quelle che vennero effettuate con francobolli per pacchi postali. Alcune Direzioni Postali Provinciali emanarono infatti delle circolari dove, a causa della scarsità di valori di posta ordinaria, si consentiva l'affrancatura con questo tipo di francobolli. Il loro pregio è generalmente subordinato al tipo di affrancatura presente sulla busta ed al valore facciale dei francobolli per pacchi presenti, i pezzi di più alto pregio sono ovviamenti quelli con i valori facciali più alti, sebbene, nel loro complesso, questo tipo di corrispondenza sia sempre interessante e ricrcata dagli specialisti. Anche la località di provenienza riveste una certa importanza, corrispondenza affrancata con questo tipo di francobolli non è rara nelle province della Lombardia occidentale e del Piemonte orientale, come pure in quelle del basso Veneto, di più difficile reperibilità se provenienti da altre zone. Di sopra è visibile un piccolo collage di queste affrancature.
Un alto grado di rarità è raggiunto da questa pregevolissima busta che mostra la metà sinistra di un francobollo per pacchi da 60 centesimi ( a sinistra ). L' affrancatura venne ritenuta ( giustamente ) in frode e la busta venne tassata al retro con due segnatasse: un 50c. soprastampa fascetto ed un 10c. ( a destra ).
Tra le affrancature d'emergenza, il biglietto qua visibile, rappresenta una clamorosa testimonianza. Che anche le Ferrovie dello Stato, dipendenti dal Ministero delle Comunicazioni, non avessero un regolare approvvigionamento di valori postali, ha del paradossale. Per questa affrancatura, oltre ad una marca da bollo da 10 cent., vennero utilizzate anche due metà del francobollo per pacchi da 5 centesimi. Forse la provenienza da un settore dello stesso Ministero indusse gli impiegati dell' Ufficio postale a non tassare l'oggetto.
Notevolmente più interessante l' utilizzo dei pacchi come segnatasse, come mostrato dalla fotografia sopra. La mancanza dei valori bollati in alcune zone per alcuni periodi, si ripercosse anche nel settore delle marche segnatasse, costringendo gli uffici postali a tassare corrispondenza con quanto in loro possesso. Si noti infatti come la busta sopra, partita da Lecco, sia stata tassata all' arrivo ( Verona ) con un 50 c. per pacchi.
Tra le affrancature d'emergenza eseguite con francobolli per pacchi, una posizione di privilegio spetta a quelli che furono soprastampati con i simboli della RSI. Le due pregevoli buste sopra mostrate, ne sono una evidente testimonianza.
Sicuramente più interessanti le affrancature d' emergenza effettuate con marche da bollo. I proventi dalla vendita di marche da bollo, marche IGE ecc. ecc., finivano infatti nelle casse del Ministero delle Finanze anzichè in quello delle Comunicazioni. Gli uffici postali ricevettero infatti disposizioni rigorose che imponevano la tassazione di corrispondenza in caso di affrancature effettuate con questo tipo di valori bollati. Tuttavia, anche in questo caso, alcune Direzioni Provinciali, in deroga a quanto stabilito del Ministero, tollerarono il loro utilizzo. La foto sopra mostra infatti tre esempi di corrispondenza con marche da bollo non tassate.
Ha del paradossale la bustina sopra mostrata. Questo oggetto venne infatti tassato perchè una parte dell' affrancatura fu effettuata con una marca da bollo da 10 centesimi. Sfortunatamente l'impiegato dell' ufficio postale non trovò nulla di meglio che tassare l'oggetto con...........un'altra coppia di marche da bollo da 20 cent!. Si tratta sicuramente di una affrancatura che riveste un grande interesse per gli specialisti del settore.
La cartolina visibile nella foto sopra venne affrancata con 2 marche IGE da 25 c., per una tariffa totale di 50c. La cartolina venne in un primo tempo tassata perchè l' affrancatura non venne ritenuta valida ed in basso al centro vennero applicati i bolli di tassazione. Successivamente la tassa venne eliminata ed i segnatasse asportati.
Un altro modo per risolvere il problema della carenza di valori bollati consisteva nel recarsi personalmente presso l' Ufficio postale e consegnare l' oggetto che avrebbe dovuto essere spedito. Dopo il pagamento, veniva apposto un timbro ovale che segnalava l'avvenuto pagamento della tassa. La busta era quindi inoltrata al destinatario senz' altro. Sopra è visibile una di queste lettere con l'ovale di pagamento.
Una disposizione del Ministero delle Comunicazioni permetteva, al mittente che spediva da una zona mancante di valori bollati, di apporre la scritta "Zona sprovvista di francobolli ". In questi casi, la tassa veniva riscossa dal destinatario in ragione dell' importo normale di spedizione anzichè doppio, come prevedevano le circolari Ministeriali. In particolari condizioni di assenza cronica di francobolli o trovandosi di fronte a grandi quantità di lettere da spedire, vi fu chi si organizzò nell' utilizzo di timbri che segnalavano l' impossibilità di affrancare con valori bollati. La busta sopra visibile ne è un caso significativo. La lettera venne infatti tassata, ma la mancanza di indicazioni sull' importo da esigere, la assenza di segnatasse ed il fatto che fosse indirizzata ad una autorità che godeva di una riduzione della tassa, fanno supporre che il pagamento della spedizione non venne mai effettuato.
Molto interessante la tassazione delle 2 buste sopra visibili. Tali lettere, provenienti dal Ministero dell' Economia Corporativa e da quello della Produzione Industriale, vennero infatti tassate all' arrivo con il valore da 1 Lira della II° serie Monumenti distrutti, annullati con una T apposta tramite timbro in gomma.
Decisamente pregiate le 2 buste sopra rappresentate. Si tratta di 2 lettere tassate all' arrivo con i francobolli di cui l'ufficio postale bolognese disponeva al momento. All' assenza di marche per la normale tassazione, si supplì anche con francobolli per pacchi, come è visibile nella busta di sinistra.
Fuori dal comune la cartolina qua visibile. E' in effetti insolito l'utilizzo di fascetti come segnatasse. Questa cartolina, partente da Brescia per Asola e con affrancatura a carico del destinatario, venne infatti tassata con un fascetto da 30 cent. con la solita T apposta in soprastampa sul francobollo.
Partita da Cernusco sul Naviglio ( Milano ) il 25 Marzo 1944 ed indirizzata al Podestà di Castiglione delle Stiviere (Mantova), questa busta venne affrancata in difetto di 25 centesimi e puntualmente tassata con un francobollo decisamente non comune: un segnatasse da 50 c. con soprastampa G.N.R della tiratura di Brescia.
Un altro prestigioso esempio di tassazione è visibile in questa busta che venne spedita il 29 Luglio 1944 da Milano per Novara. La busta non venne inizialmente affrancata, si può notare infatti la presenza delle righe ondulate dell' annullatore di Milano sotto le marche segnatasse da 10 c. con soprastampa fascetto. Le marche vennero invece apposte ed obliterate all ' arrivo con annullo Casalvolone ( Novara ).
Una ennesima dimostrazione che la mancanza cronica di francobolli costringeva gli impiegati postali ( e gli utenti ) ad utilizzare tutto quanto in loro possesso per sopperire all' assenza di valori bollati, è sopra visibile. La busta di sinistra venne affrancata in difetto di 50 cent., puntuale quindi la tassazione per un porto doppio, composto da 2 fascetti da 50 cent. con soprastampa T eseguita con timbro in gomma. Anche la busta di destra, che venne affrancata in difetto di 40 cent., fu tassata, utilizzando un fascetto da 30 cent. ed un 50 cent. della serie Monumenti Dstrutti, entrambi con la T in soprastampa, che evidenziava l' utilizzo di questi valori di posta ordinaria come marche segnatasse d' emergenza.
Certamente raro il segnatasse fascetto da 40c. su questa bolletta esattoriale. Il segnatasse venne applicato dall' Ufficio Postale di Fornaci ( sobborgo di Brescia ) a causa della mancanza di valori postali evidenziata dal mittente con l'apposito timbro viola.
Altro interessante esempio di tassazione è la busta qui visibile. Il mittente credette, erroneamente, di godere di una riduzione della tariffa di spedizione e sottoaffrancò di 30 centesimi la lettera. Evidentemente la presenza del bollo ovale di franchigia non bastò allo zelante impiegato postale che, equiparando la busta ad una normale missiva, la tassò impietosamente per i 30 centesimi mancanti, formati da una coppia di segnatasse con soprastampa fascetto, tra cui spicca il non comune 5 c.
E' di eccezionale importanza la busta sopra mostrata. Il documento venne spedito da Milano per Torino il 13 Dicembre 1944. La tariffa di spedizione per espresso venne correttamente applicata in ragione di Lire 2,50, ma venne omesso il normale porto di 1 Lira che venne rigorosamente tassato per il doppio della tariffa dovuta, cioè 2 Lire. La tassazione venne applicata dall' Ufficio postale di Torino con il consueto annullo " Torino Distribuzione".
Più rara della precedente è la cartolina sopra visibile. Spedita da Torino a Manerbio ( Brescia ), senza regolare affrancatura, il documento venne impietosamente tassato in ragione del doppio del porto dovuto, cioè 60 centesimi. Una tassazione di questo tipo, con regolare segnatasse, rappresenta certamente una rarità nel contesto delle affrancature della RSI. Si tratta, come nel caso precedente, di una delle maggiori rarità nell' ambito delle affrancature del periodo Repubblicano.
Tutto fa brodo! A questo deve avere pensato il mittente di questa singolare missiva partita da Cere e diretta a Torino il 16 Febbraio 1944. L' originale affrancatura è infatti costituita da 2 marche per autotrasporti da 10 centesimi( in frode postale ) e da una marca IGE da 30 centesimi, per un porto "corretto" di 50 centesimi. Le autorità postali del capoluogo piemontese furono generalmente abbastanza ligie all' osservanza dei regolamenti postali, ma questa busta non venne tassata e raggiunse regolarmente la destinazione.
Molto interessante e rara è questa busta datata 7 Febbraio 1945. Come affrancatura d'emergenza venne utilizzata una marca da 2 Lire ( per altro in perfetta tariffa postale ) per l'imposta sulla vendita al minuto.
Decisamente pregiata questa busta del 16-9-1944 che mostra una pregevole affrancatura composta da un segnatasse da 40 cent. accompagnato da mezzo francobollo per pacchi con soprastampa Rep. Soc. Italiana. La busta venne infatti tassata all' arrivo per un porto di 50 cent.
Interessante anche questa lettera che venne considerata sottoaffrancata. Il porto di 50 cent. non venne infatti considerato sufficiente e la busta venne tassata per i successivi 50 cent. del secondo porto. L'affrancatura si compone di un segnatasse da 40 cent. ed uno da 10 cent.con soprastampa fascetto.
Molto raro è il tipo di tassazione qua mostrato. La busta, proveniente dal Commissariato Nazionale del Lavoro il 8-6-1944 e diretta all'Uff. Provinciale di collocamento, venne tassata all'arrivo con una coppia di mezzi francobolli per pacchi soprastampati Rep.Soc.Italiana.